mercoledì 9 luglio 2014

Campoligure: Gardaland ed i Gardalandiani – 6 luglio 2014

E poi c’è Campo Ligure. Guardi un po’ di video su Youtube, inserendo il primo “MTB Gardaland Campo Ligure” che ti passa per la testa, e vedi questi trail fantastici, caratterizzati da boschi di castagni, lunghi tratti flow ad alta velocità, salti, passerelle e pensi subito che una tappa del genere non può mancare nel curriculum del rider Ligure.



Indicazioni e pareri degli utenti in rete sono unanimi: assolutamente da provare previo contattato con i locals di Ergal Bike/BikeCafè. Ma in fondo pensi: “si vabbeh, sti qua del negozio avranno da fare, manco io a rompere gli zebedei. Se recupero una traccia si prova ad andare su e via”. Invece non faccio neppure in tempo a cercare un misero file.gpx, che il buon Ivo mi intercetta e si offre di accompagnarci: “Beh…se la metti cosi’ allora tante grazie!!!”.

Si parte: la crew degli spuncers e’ composta da Gian, Pedro, Christian, Marco, la new entry Giuseppe (visitate il suo blog è molto, ma molto carino!) ed il sottoscritto. Arrivati a Masone, Ivo è pronto ad accoglierci per accompagnarci prima in zona posteggio, quindi al mitico/mistico Bike Cafè, per trovare il resto del gruppo locale: Diego e Leo.

Ivo, Diego e Leo: li vedi a 1 km di distanza e pensi subito “questi in sella fanno fuoco”. Li vedi da vicino e confermi “per tenere il loro passo, ci vuole un elicottero!!”. E così è. Ma loro tengono un profilo bassissimo e 100% disponibilità: si mettono in coda e si adeguano al nostro passo, illustrano trail e forniscono indicazioni sulla zona, con particolari approfondimenti su rifornimenti idrici e tappe culinarie. Intanto Leo prova i freni ….in salita (e che salita!!!), e io mi perdo un buon 2/3 di spiegazioni varie per tentare di capire se ha una bici elettrica o il tritolo nelle gambe. La seconda!!!!

Dopo 6 o 7 km di salita, di cui l’ultimo piuttosto impegnativo, su sterrato, arriviamo all’attacco della Gardaland. Tanto per cambiare i video non rendono benissimo l’idea e i moniti delle nostre guide ci preannunciano il primo ostacolo: il canalone. Dopo un primo breve tratto abbastanza flow, ci si infila in un …. canalone con diverse rocce e passaggi delicati che, uniti all’umido delle piogge dei giorni precedenti, costringono il sottoscritto e altri alla prima discesa dalla sella. Per Leo non e’ un problema: se vede una pietra alta 10 cm, lui fa mezzo metro di salto e non ci pensa più. Ivo e Diego il canalone lo affrontano con la stessa naturalezza con cui io vado in bagno al mattino.

Si prosegue: il Gardaland ci risucchia nella parte più veloce, i nostri angeli custodi sono costantemente a protezione del gruppo, in testa, al centro e in coda, anticipando gli sviluppi del percorso e facendo da apripista. Se avessi pagato per un servizio di guida mtb, avrei avuto aspettative meno esigenti.



Arriviamo ad un bel saltone di 2 o 3 metri. Qui tutti sull’attenti: Leo’s Show! Rincorsa breve ma dalla pendenza generosa per arrivare in rampa a manetta, una paio di balzi di assestamento, rampa e via!!! Spettacolo!!!!!!!

Il trail si snoda su tratti caratterizzati da varianti in grado di soddisfare ogni tipologia di biker: dai meno esperti, con chicken lane sempre pronte a consentire il passaggio in sella, ai più esigenti, che possono trovare salti, appoggi, roadgap e altre opere di ingegneria di cui ignoro persino la terminologia!

A 3/4 del Gardaland interrompiamo la discesa per ottimizzare il giro andando a prendere il Rossiglione. Nuova breve salita di un paio di km con tanto di fontanella di acqua potabile a temperatura frigo (che mi fa stramaledire la borsa idrica e il minestrone che ormai si e’ formato all’interno….ma ci sono i sali e me lo tengo!) e breve tratto piuttosto ripido, per riallacciarci al Gardaland poco prima del salto di Leo. Nuova esibizione, medesimo effetto: mascelle degli spuncers ad altezza caviglia!

Poco dopo il salto, dal Gardaland parte il Rossiglione: un trail che nella prima parte offre un graditissimo (dalle gambe che iniziano a soffrire un po’ di fatica) flow e qualche passaggio stretto vicino agli alberi del bosco. La seconda parte del percorso invece propone un po’ di movimento, e mentre inizio ad issare bandiera bianca, ho ancora il tempo di ammirare Diego trasformare passaggi tecnicissimi, in banalità da graziella con rotelle.

Diego: “E’ tutta una questione di linee, basta passare di qua e lo fai ad occhi chiusi
Io: “Se lo dici tu….

Ma i miei occhi restano sgranati!!!!

Siamo quasi in fondo, io sono cotto, piu’ di testa che di gamba. Dalle prime linee arrivano notizie incontrollate di Ivo che sta scendendo sulla sola ruota dietro e Leo che, per non essere da meno, ha deciso di farsela su quella davanti!!! Vedere il video per credere!

A fine trail ritrovo l’asfalto che, a questo punto, non fa più’ tanto schifo, e le facce di tutti gli spuncers con la solita espressione data dal mix fatica, adrenalina, divertimento: dei bambinoni deficienti!!! Belli noi!!!

Dispiace di non riuscire a organizzare il terzo tempo: sicuramente i ragazzi di Campo Ligure meriterebbero più un busto nella piazza del comune che una birretta al bar! Ma le nostre famiglie ci reclamano, e a noi non resta che congedarci invitando i nostri nuovi amici a provare l’Eremita per ricambiare, almeno, l’ospitalità trailbuildinghistica…..tanto ad andare in bici loro hanno gia’ imparato!!!!

E per eventuali miscredenti..... ecco le prove (thx Giuseppe!!!!):






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